Sportello sulla sordità
6. Materiali
6.3. FAQ
1° sezione: SORDITA’ e SVILUPPO COMUNICATIVO-LINGUISTICO
Quali sono i comportamenti che possono segnalare la presenza di un deficit acustico in un bambino?
Comportamenti che possono segnalare la presenza di un deficit acustico.
3 – 6 mesi di vita, il bambino:
–non reagisce, non piange, o non si sveglia in presenza di forti rumori/suoni (una porta che sbatte, un cane che abbaia, persone che parlano a voce alta);
– non smette o non accelera la poppata quando c’è un rumore improvviso;
– non gira la testa
in direzione di suoni improvvisi/forti;
– non rivolge lo sguardo nella direzione di chi parla e lo chiama;
– non reagisce a suoni a lui familiari (la voce della mamma, il tintinnio del cucchiaio nel piatto).
9 – 15 mesi di vita, il bambino:
– non presta attenzione alla musica e non imita spontaneamente i suoni;
– non riconosce il suo nome e quello dei suoi familiari
– non capisce il significato di domande e di comandi semplici (dov’è la mamma? dammi la palla);
– non saluta su richiesta;
– non è attratto dallo squillo del telefono e del campanello di casa;
– ha difficoltà nella produzione di suoni/sillabe/parole;
Una diagnosi precoce è importante perché permette un intervento tempestivo.
All’otorinolaringoiatra.Per maggiori dettagli su questa figura professionale si rimanda al Glossario.
Quali sono i “falsi miti” legati alla sordità?
Ci sono alcuni “falsi miti” legati alla sordità. Si pensa che le persone sorde siano anche mute, confondendo così la conseguenza (le difficoltà nell’acquisizione della lingua vocale) con la causa (il deficit acustico). L’apparato fono-articolatorio dei bambini sordi è assolutamente integro, ma soprattutto integra è la loro facoltà di linguaggio, ossia la capacità che permette ad ogni bambino di imparare una lingua. Tale facoltà può manifestarsi nella modalità acustico-vocale o in quella visivo-gestuale. Se la sordità viene diagnosticata in tempo, non comporta gravi conseguenze sulla evoluzione psico-comportamentale del bambino. Atteggiamenti quali crisi di pianto, irritabilità e nei casi più gravi isolamento e depressione, riportati nelle descrizioni di alcuni casi di sordità, sono manifestazioni spesso collegate a forti difficoltà nella comunicazione e non a cause di altra natura.
Come avviene lo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino sordo?
L’età decisiva per lo sviluppo del linguaggio è fra 0 e 4 anni, ma i bambini sordi ricevono un’esposizione alla lingua parlata tardiva rispetto ai bambini udenti (spesso a causa di un ritardo della diagnosi e, conseguentemente, della riabilitazione). I problemi nello sviluppo della comunicazione e del linguaggio nella maggior parte dei casi non dipendono da un’incapacità del bambino, ma piuttosto dall’ambiente, che non sa o non riesce a trovare strumenti di comunicazione adeguati.
Le tappe di sviluppo comunicativo e linguistico osservate nei bambini udenti che sono esposti alla lingua vocale vengono attraversate, in tempi e modi diversi anche dai bambini sordi; è importante, infatti, fare attenzione alle specificità con cui questi ultimi acquisiscono il linguaggio. Esistono, poi, percorsi riabilitativi diversi che prevedono una serie di metodologie volte a mettere il bambino sordo nelle condizioni di acquisire efficacemente la lingua vocale.
Quali sono i metodi di riabilitazione comunicativa-linguistica?
Una distinzione di base può essere effettuata tra:
– metodi oralisti: prevedono un percorso riabilitativo che ha come obiettivo l’apprendimento della lingua parlata e scritta, escludendo l’uso dei segni;
– metodi bimodali o misti: prevedono un percorso riabilitativo che ha come obiettivo l’acquisizione della lingua parlata e scritta, promuovendo però anche l’apprendimento dei segni (i quali, tuttavia, seguono la struttura sintattica della lingua italiana;
– educazione bilingue: consiste invece nella duplice esposizione del bambino sordo alla lingua vocale e alla lingua dei segni.
Che cos’è la lingua dei segni?
La lingua dei segni (LS) ha caratteristiche che, sebbene strutturalmente differenti, rispondono alle stesse funzioni comunicative e linguistiche riscontrate nella lingua vocale. Così come accade per le lingue vocali, ogni Paese del mondo ha una propria lingua dei segni, con caratteristiche legate alla particolare cultura in cui questa si è sviluppata. Nel nostro Paese, la lingua dei segni prende il nome di Lingua dei Segni Italiana (LIS); essa viene utilizzata non solo da persone sorde, ma dalle stesse persone udenti che l’hanno appresa e ad essa ricorrono in diversi contesti, familiari, di studio e professionali.
Le LS utilizzano il canale visivo gestuale (che è integro nei sordi) anziché quello acustico-vocale e soddisfano pienamente i bisogni cognitivi ed espressivi delle persone che le usano. Per questo motivo i bambini sordi che vengono esposti ad una lingua dei segni (ad esempio tramite un’educazione bilingue, vd. voce 5) raggiungono uno sviluppo cognitivo, comunicativo e linguistico adeguato all’età cronologica.
E’ possibile rintracciare nelle LS un numero ristretto di unità minime – con funzioni simili a quelle proprie dei fonemi del linguaggio verbale – dalla cui combinazione vengono generate unità più complesse fornite di significato (sistema lessicale). Un insieme finito di regole permette, poi, di combinare queste unità complesse dando vita ad un numero potenzialmente infinito di sequenze o frasi (sistema sintattico).
Se un genitore vuole imparare la lingua dei segni italiana come può fare?
Oggi ci sono varie opportunità per imparare la LIS. In molte città italiane, infatti, si tengono corsi dilingua dei segni organizzati da enti e associazioni con l’obiettivo di formare operatori professionali (assistenti alla comunicazione e interpreti di lingua dei segni) e offrire uno strumento comunicativo efficace alle famiglie con figli sordi. I corsi di lingua dei segni si rivolgono sia a persone udenti,che a persone sorde.
Cosa sono le protesi acustiche?
La protesi acustica può essere definita come un dispositivo elettronico la cui funzione è di trasmettere all’orecchio, con la minima distorsione possibile, un messaggio sonoro opportunamente amplificato. La scelta della protesi acustica dipende
dall’età, dal tipo di sordità, dall’entità della perdita uditiva, dall’eventuale presenza di malformazioni dell’apparato uditivo e dal metodo riabilitativo adottato.
Le protesi acustiche sono di tipo analogico e digitale. Quelle analogiche
si limitano ad amplificare tutto ciò che il microfono riceve, senza permettere di distinguere tra suoni significativi per le attività quotidiane e rumori inutili o fastidiosi. Le protesi digitali, invece, possiedono un microprocessore
che, elaborando il segnale acustico per favorire la discriminazione dei suoni, impedisce ai rumori di coprire i suoni significativi.
Accanto a questi apparecchi acustici vi è la protesi cocleare, meglio conosciuta come impianto cocleare.
Tale protesi funziona in modo diverso: converte le onde sonore in segnali elettrici che stimolano direttamente il nervo acustico. L’impianto cocleare è caratterizzato da una componente che viene inserita tramite intervento chirurgico e
termina in elettrodi che attraversano la coclea; la componente esterna, collegata alla prima, viene invece indossata come una protesi tradizionale.
2^ sezione: SORDITA’ e PERCORSO SCOLASTICO
Quali sono le principali difficoltà che l’alunno sordo può incontrare nell’apprendimento dell’italiano?
In alcuni casi agli alunni sordi vengono attribuite: conoscenze enciclopediche povere e limitate, difficoltà a comprendere nessi temporali e causali, difficoltà nel pensiero ipotetico-deduttivo, difficoltà nel padroneggiare i concetti a differenti livelli di astrazione, difficoltà a produrre frasi con strutture sintattiche complesse, difficoltà a cogliere sfumature di significato diverse in una stessa parola. E’ bene ricordare, tuttavia, che l’acquisizione di buone competenze nella lingua italiana è strettamente connessa anche ad un’adeguata ed attenta strutturazione del percorso educativo, all’individuazione di strategie, tecniche e metodologie appropriate al caso specifico, valorizzando le abilità e le risorse dello studente sordo.
Quali sono le figure professionali che nel sistema scolastico possono ruotare intorno allo studente sordo?
Accanto al docente curriculare, il team scolastico può includere l’insegnante di sostegno, l’assistente alla comunicazione, previsto dalla legge 104/1992,e l’AEC (Assistente Educativo Culturale).La collaborazione tra queste figure, ognuna delle quali possiede competenze specifiche, permette di soddisfare i bisogni educativi e relazionali di ogni singolo alunno e di individuare le metodologie più appropriate per la trasmissione dei contenuti sui quali si incentrano le attività didattiche. In questo caso, infatti, oltre al docente curricolare,saranno richiesti l’insegnante di sostegno e l’assistente alla comunicazione previsto dalla legge 104/1992. E’ bene chiarire che la figura dell’AEC viene coinvolta solo quando la sordità è accompagnata ad altre difficoltà/disabilità. Si rimanda al Glossario per maggiori informazioni.
Cosa sono le scuole specializzate per sordi?
Le scuole specializzate offrono una didattica specificamente mirata alle difficoltà, alle potenzialità e ai bisogni educativi degli alunni sordi. Nell’ambito di questi istituti scolastici può essere prevista una didattica integrata che pertanto si rivolge non solo agli studenti sordi,ma anche ad alunni con altre disabilità e/o udenti. La Legge più significativa che riconobbe la possibilità per le famiglie con figli disabili (compresi i disabili sensoriali) di scegliere fra gli istituti specializzati e le scuole “normali” (scuole comuni) è la legge n. 517/1977.
Chi è l’interprete di lingua dei segni?
L’interprete è un professionista che traduce le informazioni da una lingua dei segni ad altre lingue dei segni o vocali e viceversa. L’interprete deve aver ricevuto una formazione specifica e possedere, in diversi contesti, un’elevata padronanza delle lingue e delle culture per cui offre il servizio di interpretariato.
In quali ambiti è possibile richiedere un interprete LIS?
In base alla normativa vigente il servizio di interpretariato viene offerto in maniera gratuita in ambito processuale e didattico (con riferimento alla formazione universitaria, vd. art. 13, comma 1, legge 104/1992). Per quanto concerne l’ambito socio-sanitario i comuni e leunità sanitarie locali possono prevedere tale servizio nei limiti delle risorse ordinarie di bilancio.
In tutti gli altri settori la persona sorda può usufruire del servizio a proprie spese.
Non c’è equivalenza fra ISSR ed ENS. L’Istituto Statale per Sordi di Roma, infatti, è un ente pubblico sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che svolge attività di documentazione, consulenza, formazione e aggiornamento sulla sordità attraverso numerosi servizi e azioni (quali: le Aree formazione, ricerca e progettazione, lo Sportello sulla sordità, la Mediavisuale, ecc). Si tratta quindi di un polo statale sulla sordità rivolto alle persone sorde, ai loro familiari e ai diversi operatori che, a vario titolo, svolgono la propria azione nel campo della disabilità uditiva. L’ENS invece, è la principale associazionedi categoria finalizzataalla protezione e all’assistenza dei sordi in Italia. Dall’ottobre 2002 l’ENS è iscritto con Decreto ministeriale al registro nazionale delle associazioni sociali. Cosa offre nello specifico lo Sportello sulla sorditàdell’ISSR? Lo Sportello sulla sorditàsvolge,in modo del tutto gratuito, attività di informazionee consulenzaspecialisticanelle seguenti aree: Con il termine “counseling” si intende una relazione di aiuto improntata al rispetto e all’attenzione per l’altro in cui il counselor, riconosciuto come tale sulla base di una specifica preparazione professionale, facilita e supporta il processo di esplorazione e chiarificazione di stati emotivi, esistenziali o patologici, o di delimitate aree problematiche legate ad aspetti specifici della vita (lavoro, educazione, relazioni familiari e interpersonali, salute, ecc..). L’obiettivo è quello di migliorare il livello di benessere, auto-sviluppo e qualità della vita della persona che ne fa richiesta. Qual è la differenza tra consulenza psicologica e valutazione cognitivo-linguistica offerta dallo Sportello sulla sordità dell’ISSR? La consulenza psicologica rappresenta un’occasione di sostegno e di supporto per adolescenti e adulti sordi, genitori e familiari di persone sorde e operatori che sono coinvolti nell’area della disabilità uditiva. La valutazione cognitivo linguistica, invece, ha come obiettivo quello di verificare le competenze cognitive e linguistiche di bambini e adolescenti sordi attraverso l’utilizzo di prove standardizzate. Essa, pertanto, costituisce un momento fondamentale dell’azione riabilitativa consentendo di individuare gli obiettivi a breve, medio e lungo termine e di focalizzare i risultati raggiunti.
Quante informazioni, consulenze e valutazioni cognitive-linguistiche è possibile richiedere in un anno allo Sportello sulla sorditàdell’ISSR? E’ possibile richiedere gratuitamente informazioni, consulenze e valutazioni cognitivo-linguistiche contattando lo Sportello sulla sorditàtramite e-mail, telefono, fax o recandosi direttamente presso gli uffici del servizio
al IIIpiano di via Nomentana 56. Per quanto riguarda le informazioni, che sono fornite dagli operatori nei giorni e negli orari di apertura al pubblico del servizio (http://www.issr.it/SPORTELLO-SORDITA.html),
non è previsto alcun limite numerico. In relazione, invece, alle consulenze specialistiche e alle valutazioni cognitivo-linguistiche il limite fissato in un anno è di tre incontri; lo Sportello sulla sordità, infatti,
non costituisce un servizio di presa in carico. Vi è dunque la possibilità di usufruire al massimo di tre consulenze/valutazioni, sia nel caso in cui queste vengano offerte all’interno di una stessa area, sia che si renda necessario
effettuare gli incontri con esperti di trearee differenti.
Una volta acquisiti gli elementi che permettono di accogliere e definire la richiesta, lo staff dello Sportello sulla sorditàincarica l’esperto più idoneo ad effettuare la consulenza nel caso specifico. L’individuazione
dell’esperto coinvolto nella consulenza/valutazione cognitiva, pertanto, è rimessa alla valutazione dello Sportello. È possibile richiedere che il consulente incaricato dallo Sportellosia udente oppure sordo? All’interno dello Sportello sulla sordità operano consulenti sia sordi che udenti. In molte aree del servizio, quindi, è possibile accogliere questa specifica richiesta. Le consulenze offerte dallo Sportello sulla sorditàsi svolgono al IIIpiano dell’Istituto in via Nomentana 56. Solo in casi eccezionali, valutati di volta in volta, è possibile che i consulenti si rechino al di fuori della sede dell’ISSR.3° sezione: SPORTELLO sulla SORDITA’ dell’ISSR e AREE di CONSULENZA
1. logopedico-comunicativa
2.
educativo-didattica
3. giuridica
4. psicologica e cognitiva
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